RATTI
Renato Ratti, figura di spicco del panorama vinicolo piemontese, nacque nel 1934. Dopo aver completato gli studi in enologia presso la facoltà di Alba, venne mandato in Brasile dalla Cinzano San Paolo, con l’incarico di occuparsi della produzione di Vermouth e di spumanti. Questi anni rappresentarono per Renato il fulcro della propria formazione, fondamentale per la crescita professionale e per lo sviluppo delle idee che metterà poi in pratica al suo rientro in Italia. Renato torna in Piemonte nel 1965, e incomincia ad acquistare una piccola vigna di Barolo nello storico cru di Marcenasco, a La Morra, iniziando così l’avventura vitivinicola come produttore. Dal 1975 fino alla fine degli anni ’80 l’azienda cresce a ritmo incoraggiante, diventando una delle realtà produttive di riferimento non solo a livello regionale, ma addirittura nazionale. Renato in questo periodo ricopre cariche importanti, - viene nominato presidente del Consorzio del Barolo e poi del Consorzio dell’Asti -, e si dedica anche alla scrittura, pubblicando diversi libri sui vini piemontesi e italiani; una figura di grande spicco, che però scomparve prematuramente nel 1988. Da questo momento è il figlio Pietro, giovane appena diplomato alla scuola enologica di Alba, a occuparsi dell’azienda, che oggi si sviluppa su una superficie di circa 35 ettari vitati; qui si coltivano dolcetto, barbera, nebbiolo, a cui si aggiunge una piccola percentuale di sauvignon blanc, cabernet sauvignon e merlot. Ogni anno sono circa 300.000 le bottiglie prodotte, suddivise in 9 etichette dove, accanto ai vini più tradizionalmente legati al consumo quotidiano, come il Dolcetto d’Alba “Colombè” e la Barbera d’Alba “Battaglione”, troviamo diverse espressioni importanti di Barolo, tra i quali spiccano il “Marcenasco” e il “Rocche dell’Annunziata”. L’azienda Renato Ratti si conferma sempre su ottimi livelli, ed è caratterizzata da etichette che, oltre ad essere intrise di storia, rappresentano sempre con grande fedeltà il territorio, rendendo onore al Piemonte.